

Entrambi questi lavori raccontano di me, della mia storia personale e professionale. Sono nati da un’esperienza diretta e profonda di tirocinio, in contesti da me scelti, significativi e autentici.
Il mio percorso nasce però prima da una formazione di base umanistica, iniziata con il diploma di Liceo scienze umane e arricchito da un corso di studi universitario, concluso con una laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli studi di Verona, conseguita con il massimo dei voti e la lode.
Questi studi mi hanno fornito strumenti analitici, organizzativi e relazionali, che oggi si integrano con il mio lavoro in ambito educativo e arteterapico, contribuendo ad una visione ampia e strutturata della persona e del suo contesto.
Sono particolarmente sensibile al tema della resilienza di fronte al dolore. Le ferite che la vita può infliggere, spesso senza che le scegliamo, interpellano il nostro libero arbitrio e ci pongono di fronte ad una possibilità: integrarle in modo armonioso ed equilibrato.
L’arteterapia rappresenta, per me, uno strumento potente per sostenere la fragilità e accompagnare le persone nel loro cammino di consapevolezza e trasformazione.
Credo profondamente nel lavoro di equipe, in collaborazione con psicoterapeuti, psichiatri ed educatori, affinché l’arteterapia si integri in modo sinergico all’interno di percorsi riabilitativi strutturati.





IDal 1999 sono anche insegnante. Ho maturato oltre 20 anni di esperienza nella scuola primaria, poi come docente di sostegno nella scuola superiore, fino ad approdare all’insegnamento della lingua italiana per adulti, in corsi di alfabetizzazione di vario livello.
Quando ho iniziato gli studi in arteterapia, immaginavo che la docenza e questa nuova professione sarebbero rimaste su binari paralleli. In realtà ho scoperto – forse ingenuamente – che i due mondi si nutrono a vicenda.
Gli anni trascorsi ad intessere relazioni con i bambini ed i loro genitori, mi hanno insegnato a maturare uno sguardo attento e rispettoso ai loro bisogni e oggi porto tutto questo nel mio lavoro in arteterapia, perché fondamento di ogni rapporto “di cura” ed interesse.
Il mio essere educatore nel senso più autentico del termine, rimane prepotente e mi caratterizza: aiutare l’altro ad essere sè stesso, ad avvicinarsi il più possibile a diventare ciò per cui è nato, accompagnandolo a scoprire ed esprimere le sue potenzialità e i suoi talenti.
Il bisogno di senso riguardo alla propria esistenza e il desiderio di impregnare il mondo di noi non appartengono solo all’infanzia o alla giovinezza. In certi momenti, anche nella vita adulta, tornano a chiedere spazio e voce.
Ritengo che questo debba essere lo scopo prioritario di ogni educatore.
Ritengo che questo – aiutare le persone a ritrovarsi e ritrovare senso – sia il cuore del mio lavoro, e il vero significato del mio fare arteterapia.

